S.I.P.G. Società Italiana Psicoterapia Gestalt

Newsletter Sipg.it - Numero 6

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CONFERENZE, CONVEGNI & CONGRESSI

 


I

All’estero:

 

CTP Center of Therapy and Psychology – CTP

Spanish Association for Gestalt Therapy - AETG

 

XI International Gestalt Terapy Congress

The union of the differences

30 april, 1-3 may 2009

Madrid, Spain

 

President of 11th Congress:

Carmen Vázquez Bandín

 

General Coordinator:

Mª Cruz García de Enterría

 

Under the motto “The Union of the Differences”, this Congress wants to bring together members of Gestalt communities from all the countries where Gestalt Therapy is known and applied. To exchange experiences and to share theoretical and methodological views and criteria will be the main goal. Based on a Gestalt structure, the Congress aims to be an accurate reflection of the approach we live, work with and teach, in short, the approach that we love!

You are welcome and we look forward to the presence not only of well-known Gestalt therapists, but also of other professionals who have walked a longer path and gained experience, of those who are taking their first steps as professionals, as well as all those students and trainees of Gestalt Therapy who want to come and feel and live a part of the International Gestalt Community.

All together, respecting the differences, help keep Gestalt Therapy alive and thus develop, evolve and grow, without losing its identity.

 

Requirements for proposals and presentations:

Proposals and presentations are welcome. All the proposals and presentations (workshops, lectures or posters), whether clinical, educational, organizational or social, must be made within the theoretical Gestalt framework. Please keep these dates free and participate, we're counting on you!

 

Sito web:   www.XIcongresointernacionalgestalt.org

 

 

 

 

Riflessioni sull’XI Congresso Internazionale di Terapia della Gestalt

 

30 Aprile, 1-3 Maggio 2009 – Madrid

 

Il Congresso porta il titolo “La uniòn de las diferencias” ed è con questo spirito di accoglienza che comincia e si sviluppa, in quattro giorni densi di attività, coinvolgendo ben 700 colleghi di 25 paesi del mondo.

L’apertura dei lavori è affidata a Margherita Spagnuolo Lobb[1] la quale, dopo aver sottolineato quanto le differenze siano fondamentali per i terapeuti della Gestalt sin dalle origini di questo approccio, ci spinge a riflettere sul fatto che, nella società attuale definita “liquida“ da Bauman, l’”unione” di queste differenze, intesa come integrazione, unione delle figure di interesse, non sia in verità auspicabile. Oggi l’unico modo per essere-in-contatto è al contrario quello di costruire ponti di umanità con l’altro, percepito in tutta la sua alterità. E per riappropriarci della “nostra” umanità, al di là delle già conosciute differenze, abbiamo bisogno di “sentirci a casa in terra straniera”, di cogliere come l’altro ci guarda, di riconoscere noi stessi e di sentire come ci modifichiamo con il suo sguardo e il suo tocco, al confine di contatto. Dalla conclusione del suo discorso: “Il dilemma rappresenta l'equilibrio delle forze in campo perché l'amore e il litigio sono le forme del nostro tempo”(“Il Dilemma“, G. Gaber).

La conclusione dei lavori sarà in effetti  come il mettere insieme  tasselli di un puzzle di diverso colore, con diverse parole e diverse forme.  Un mettere insieme come simbolo della possibilità di una comunicazione nella quale le differenze non siano minimizzate, comunicazione che ci permette di riappropriarci della nostra umanità nello scambio del contatto pieno.

E molto diversificate infatti sono  le proposte  dei vari interventi, nelle modalità e nei contenuti: lectures, minilectures, workshops, tavole rotonde, poster.  Ne cito qui di seguito  solo alcune.

Dan Bloom[2] propone, a partire dalla metafora dell’arcobaleno, che  possiamo vedere ma non toccare, un’etica della psicoterapia della Gestalt che vada oltre il modello del contatto come processo di de-strutturazione e assimilazione. Egli ritiene infatti che tale modello sia insufficiente per afferrare lo schiudersi dell’esperienza unica del contatto, con la sua struttura fenomenologica che diventa lo sfondo per l’emergere dell’etica propria delle relazioni.

Ruella Frank[3] porta a Madrid il suo modello di terapia con i bambini e i genitori, a partire dalla microanalisi dei video. Nel primo anno di vita , il bambino costruisce la base delle sue modalità comunicative future; la revisione delle interazioni bambino-genitori può essere utilizzata in psicoterapia per permettere al terapeuta e ai genitori stessi di diventare consapevoli delle modalità di contatto utilizzate e portare alla risoluzione dei conflitti o delle problematiche emerse. L’intervento  di Ruella  è anche una buona occasione per puntualizzare le nostre modalità, o meno fenomenologiche, di osservazione.

Antonio Ferrara[4] mostra, attraverso la proposta di diverse tecniche espressive, come, nei tempi odierni di insicurezza e di sentimento del vuoto, il ruolo del terapeuta debba essere non solo quello di “curare” il sintomo, o responsabilizzare la persona, ma anche di guidare e mostrare nuove strade esistenziali al paziente.

Viviana Hurovich[5] e Ernesto Vitale[6] propongono un workshop in cui i partecipanti possono sperimentare, attraverso diverse tecniche che permettono l’ emergere di sentimenti di colpa, di paura e di vergogna, i tre momenti del processo di elaborazione dell’abuso intrafamiliare da parte dell’abusato: annunciare, enunciare e denunciare.

Jean-Marie Robine[7], a cui è stata affidata la conclusione dei lavori, torna allo sfondo rispetto al quale possono emergere le differenze. È infatti a partire da ciò che differenzia la psicoterapia della Gestalt dalle altre terapie che possiamo renderci conto di ciò che è terapeutico nel nostro approccio e forse potremmo, in questo gioco di figura/sfondo, aprirci a nuove forme di esperienza terapeutica.

Prima di giungere alla conclusione, mi preme dire che i contributi sono stati davvero tanti e tutti molto interessanti e stimolanti, sempre all’insegna della diversità, dell’accoglienza e della curiosità intellettuale che segnano questo Congresso.

Con grande emozione, dettata dalla loro significatività nella storia della psicoterapia della Gestalt, ricordo la partecipazione di Erving Polster[8] e Gordon Wheeler[9] i quali, attraverso i loro contributi, saldano quel ponte tra passato e futuro, fondamentale per pensare ad una unione delle differenze.

Molto innovativi i contributi di Violet Oaklander[10], sul suo modello di terapia con i bambini e gli adolescenti, e la ricerca di Marta Slemenson[11] sulla lettura gestaltica della crisi economica mondiale del nostro tempo.  Entrambi sono un invito per tutti a riflettere ulteriormente per arricchire creativamente il dialogo.

All’insegna del viscerale l’intervento di Miriam Muñoz[12], attenta alle modalità del sentire le emozioni e alla loro  ricaduta sulle possibilità di soddisfazione dei propri bisogni nella relazione.

Per dare ancora un’idea di come sia stato completo il quadro delle proposte, mi piace ricordare Sergio La Rosa[13] che conduce la supervisione aperta di un caso clinico secondo la tecnica gestaltica, con attenzione quindi alla relazione terapeuta/paziente e allo stile terapeutico.

Mi scalda il ricordo della presenza di tanti italiani al Congresso: dai didatti dei diversi istituti agli allievi i contributi sono numerosi, diversi e di grande valore creativo e intellettuale.

Penso all’attenzione di Maria Mione[14] per l’importanza del training di formazione in Psicoterapia della Gestalt, la sua disponibilità a chiedersi se questo percorso sia adeguato rispetto al disagio relazionale della società dei nostri tempi.

Ancora penso a Gianni Francesetti[15] e Michela Gecele[16], che intervengono sull’annosa questione della diagnosi in Psicoterapia della Gestalt, fornendo un contributo che legge il momento diagnostico  in termini di  processo relazionale e non come la ricerca di una definizione cristallizzata. E a Mariano Pizzimenti che ha portato un workshop sulla dimensione relazionale dell'incontro, e a Franco Gnudi che ha proposto un lavoro sul rapporto fra sogno e arte pittorica.

Per l’orgoglio provato, mi piace ricordare il gruppo degli allievi[17] dell’Istituto di Gestalt H.C.C. Italy, sede di Palermo, che presentano un lavoro molto apprezzato dai partecipanti.

Ogni Istituto italiano, comunque, da Torino a Venezia, a Roma, a Siracusa, a Firenze, porta il proprio contributo di una presenza attenta, desiderosa di confronto, ma anche divertita e aperta a contatti nutrienti.

Ecco che le difficoltà di comprensione della lingua incontrate inizialmente non sono più avvertite quando il nostro modo di comunicare trova strade diverse, creative, basate su questa voglia di incontrarsi.

Non potrei chiudere queste riflessioni senza apprezzare il lavoro accurato e importantissimo fatto Carmen Vazquez Bandin[18], l’organizzatrice del Congresso. Tutti i momenti e le attività del congresso sono contenuti e assicurati dalla sua presenza e dai suoi interventi, sempre intelligenti e pieni di cuore . Infine, i momenti sociali del Congresso, anch’essi fondamentali per dare uno sfondo alle nostre differenze umane, per creare quei ponti di cui parla Margherita nella sua apertura: dal Vino de Bienvenida, dai profumi spagnoli, alla serata di Gala nella meravigliosa cornice del Parque del Retiro, condita dell’energia del Flamenco e conclusa con la musica internazionale che tutti abbiamo riconosciuto e ballato.

Giulia Mellacca 

 

Note:


[1]             Direttrice dell’Istituto di Gestalt H.C.C. Italy, direttrice della Rivista Italiana “Quaderni di Gestalt“, direttrice della Rivista Internazionale “Studies in Gestalt Therapy. Dialogical Bridges”

[2]             Dan Bloom, presidente dellAssociation for the Advancement of Gestalt Therapy

[3]             Ruella Frank, Direttrice del Center for Somatic Studies e membro del New York Institute for Gestalt Therapy

[4]             Antonio Ferrara, Direttore dell’Istituto di Psicoterapia della Gestalt e Analisi Transazionale di Napoli

[5]             Viviana Hurovich, Docente dell’Associazione Gestaltica di Buenos Aires

[6]             Ernesto Vitale, due volte presidente dell’Associazione Gestaltica di Buenos Aires

[7]             Jean-Marie Robine, fondatore dell’ Istituto Francese di Terapia della Gestalt

[8]             Erving Polster, Direttore del Gestalt Training Center, San Diego

[9]             Gordon Wheeler, Presidente dell’ Esalen Institute, California

[10]           Violet Oaklander, Membro di American Association of Marriage and Family Therapists e California Association of Marriage and Family Association

[11]           Marta Slemenson, Co- fondatrice del Buenos Aires Gestalt Association

[12]           Miriam Muñoz, Direttrice dell’Instituto Humanista de Psicoterapia Gestalt, A.C,Mexico

[13]           Sergio La Rosa, Didatta dell’Istituto di Gestalt H.C.C. Italy e H.C.C. Kairos

[14]           Maria Mione, Didatta dell’ Istituto di Gestalt H.C.C. Kairos

[15]           Gianni Francesetti, Presidente SIPG

[16]           Michela Gecele, Didatta Istituto di Gestalt H.C.C. Italy e H.C.C. Kairos

[17]           Michele Ammirata, Valeria Campo, Rosa Ribaldo, Valeria Riggi, Nunzia Sgadari, Francesca Signorello

[18]           Carmen Vazquez Bandin, Fondatrice e Direttrice del Centro de Terapía y Psicología, Madrid

 

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